Le minacce di Erdogan: distruggerò i curdo-siriani, sono terroristi
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Le minacce di Erdogan: distruggerò i curdo-siriani, sono terroristi

Il sultano vuole allearsi con le milizie islamista filo-turche per combattere chi ha liberato Kobane e Raqqa dall'Isis

Militanti curde del Ypj
Militanti curde del Ypj
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16 Gennaio 2018 - 21.23


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Il Sultano non si placa, perché  quando si parla di curdi la mano corre alla fondina: il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha minacciato di distruggere i “covi di terroristi” nelle zone della Siria settentrionale controllate dalle forze curdo-siriane sostenute da Washington ma considerati da Ankara dei “terroristi”.
“Domani, o il giorno dopo, libereremo presto i covi dei terroristi in Siria, a cominciare da Minbej e Afrin”, ha detto Erdogan in un discorso ai deputati del suo partito ad Ankara.
 Minbej e Afrin sono due aree controllate dalle Forze democratiche siriane, un’alleanza guidata dalle Unità di Difesa del Popolo curdo (Ypg) considerate dalla Turchia l’estensione del Partito dei lavoratori del Kurdistan turco (Pkk), un’organizzazione classificata come ‘terrorista’ da parte di Ankara e dei suoi alleati occidentali. (Segue)
La Turchia ha reagito vigorosamente all’annuncio di domenica da parte degli Stati Uniti della creazione di una “forza di confine”, composta anche dallo Ypg, per “impedire la rinascita dei jihadisti” del gruppo dello Stato Islamico (Isis) nel a nord della Siria.
Erdogan, temendo che questi gruppi si stabiliscano permanentemente alle porte della Turchia, ha minacciato lunedì di “stroncare sul nascere questo esercito terrorista”, che dovrebbe essere composto da 30.000 combattenti secondo gli Stati Uniti. Il capo di Stato turco ha anche assicurato che l’esercito del suo Paese è “pronto” a lanciare un’operazione “in qualsiasi momento” contro le forze curde a Afrine e Minbej.
Martedì, interpellato dai giornalisti su una possibile collaborazione dell’esercito turco con i ribelli siriani per un’operazione contro le forze curde, Erdogan, ha risposto affermativamente, senza fornire ulteriori dettagli. Nello stesso giorno, ha anche chiamato Washington e la Nato, di cui la Turchia fa parte, per chiede una presa di posizione su questa questione. “Sei obbligato a prendere posizione per uno dei tuoi partner in caso di aggressione al confine, ma fino ad oggi, quale atteggiamento hai adottato?”, ha detto Erdogan seccato aggiungendo che il capo di stato maggiore turco Hulusi Akar affronterà questo argomento oggi con gli alleati della Turchia durante una riunione della Nato a Bruxelles. (Segue)
Akar, incontrandosi con il suo omologo statunitense Joseph Dunford, ha detto in una nota: “Non permetteremo all’Ypg (…) di essere supportato e armato con il pretesto di un partenariato operativo”, secondo quanto riferito dall’agenzia di stato Anadolu. Quest’ultimo ha anche riferito in serata che lo stesso presidente turco ha parlato per telefono con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, dicendogli che la Turchia avrebbe adottato tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza nazionale. Stoltenberg ha assicurato a Erdogan che la Nato non è stata consultata sulla creazione della forza, come ha aggiunto l’agenzia di stampa turca.

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